Lo Sviluppo umano integrale nella Dottrina Sociale della Chiesa

L’8 maggio 2024 è stato eletto al soglio pontificio il successore di Papa Francesco, S. E. Card. Francis Robert Prevost, che ha scelto di chiamarsi col nome di Leone XIV. La scelta del nome è di certo meditata e, come per Francesco, può rivelarsi profetica rispetto al Magistero della Chiesa nei prossimi anni e decenni.Il predecessore con lo stesso nome, Leone XIII, con la Rerum Novarum (1891), pose attenzione sui problemi urgenti dell’epoca, primo fra tutti la “questione sociale” e con essa la “questione operaia” , relativa sia alla condizione di molti poveri lavoratori della terra (che ormai vivevano in modo miserabile nelle città) sia a quelli delle zone industriali. Si richiamava il laicato cattolico ad un più diretto impegno nella realtà sociale, indicandolo come «forza costruttiva, vicina al popolo e sensibile alle sue vitali esigenze». Nasce, così, la Dottrina Sociale della Chiesa (DSC), che raccoglie gli insegnamenti cristiani in un corpo sistematico, ossia, secondo la definizione di Giovanni Paolo II dopo 96 anni dalla Rerum Novarum, «l'accurata formulazione dei risultati di un'attenta riflessione sulle complesse realtà dell'esistenza dell'uomo, nella società e nel contesto internazionale, alla luce della fede e della tradizione ecclesiale» (Sollicitudo Rei Socialis)”. Nei successivi 134 anni da Leone XIII, si è andato evolvendo, quale concetto centrale della DSC, lo “sviluppo umano integrale”, inteso non solo in termini esclusivamente economici, ma come promozione della persona nella sua complessità di corpo, spirito, dignità, di relazione e di comunità in un contesto di diseguaglianza, conflitti e violenze ambientali che in questi ultimi anni hanno visto un’ esacerbazione che mai avremmo immaginato. Lo scopo di questo lavoro è quello di tentare una sintesi del tema attraverso quattro Encicliche papali che ne hanno nel tempo focalizzato i contorni e l’essenza secondo quello che i tedeschi chiamano Zeitgeist, “lo spirito dei tempi”.Nella “Populorum Progressio”, che nasce in un contesto temporale di decolonizzazione e di crescente divario tra Nord e Sud del mondo, Paolo VI introduce per la prima volta ed esplicitamente il concetto di sviluppo umano integrale come “sviluppo di ogni uomo e di tutto l’uomo”: lancia la denuncia della ingiustizia strutturale dell’economia mondiale, affermando a chiare note che il vero sviluppo non può essere condizionato dalla crescita del PIL, ma deve favorire e sostenere la dignità, l’educazione, la salute, la partecipazione sociale, la solidarietà internazionale e un ordine economico più giusto. La pace è il nuovo sinonimo di sviluppo (da ricordare quel folgorante grido in occasione del ventennale della fondazione delle Nazioni Unite il 4 ottobre del 1965: «plus la guerre, jamais plus laguerre!»). “Non si tratta soltanto di combattere la miseria, neppure di promuovere un benessere effimero. Si tratta di costruire un mondo dove ogni uomo possa svilupparsi pienamente”.A vent’anni dalla precedente Enciclica, Papa Giovanni Paolo II, nella “Sollecitudo rei socialis”(1987), pone l’accento sui limiti e le contraddizioni del processo di sviluppo umano integrale ed avvia la riflessione sul concetto di solidarietà come virtù morale e principio sociale marcando che lo sviluppo non può e non deve prescindere dalla libertà e liberazione dalle ingiustizie strutturali, dal rispetto dei diritti umani e dalla responsabilità. “Il vero sviluppo è il passaggio, per ciascuno e per tutti, da condizioni di vita meno umane a condizioni più umane”.In “Caritas in veritate” (2009), enciclica poderosa con i suoi sei capitoli e 79 paragrafi, Benedetto XVI colloca lo sviluppo umano in un mondo globalizzato, nella carità e nella verità e ne offre una visione ancora più ampia. Egli richiama il concetto di sviluppo umano integrale in chiave teologica ed antropologica, riconoscendone la validità e l’efficacia se radicato nella verità sull’uomo e nella carità cristiana. Afferma in maniera netta che l’Economia e la tecnica devono essere orientate al bene integrale dell’uomo. Ancora, Benedetto XVI precisa che la logica del dono, la gratuità e la fraternità economica devono integrare l’economia globale. Chiede che quest’ultima promuova la finanza etica, la giustizia intergenerazionale, la tutela dell’ambiente, la solidarietà e la sostenibilità. Respinge, altresì, l’indifferenza e la globalizzazione dell’indifferenza. “Lo sviluppo ha bisogno di verità. Solo nella verità la carità risplende e può essere autenticamente vissuta”.Papa Francesco, in “Fratelli tutti” (2020) , propone, poi, la cultura del dialogo dell’incontro, della cura reciproca sul modello del buon samaritano in un mondo violentato dalla pandemia, dalle guerre, dall’individualismo. Così il concetto di sviluppo integrale si estende plasmandosi nella fraternità universale. I punti centrali del messaggio di Papa Francesco indicano l’orizzonte relazionale e comunitario alla base della connessione dei popoli, sostengono l’impossibilità dello sviluppo umano integrale senza pace, dialogo, giustizia e rispetto dell’ambiente e consegnano un modello di società costruito sulla fraternità e sulla politica al servizio del bene comune. “Ogni essere umano ha diritto a vivere con dignità e a svilupparsi integralmente, e questo diritto fondamentale non può essere negato da alcun paese”.Nella DSC il percorso dello sviluppo umano integrale mostra una elaborazione “in progress” e, da Paolo VI a Papa Francesco, si consolida una visione olistica della persona e della società in cui la cultura, l’economia, la politica, la tecnica sono chiamate a servire la dignità dell’uomo e il bene comune. E , proprio in questi tempi di crisi globale, il mondo non può non guardare a un nuovo umanesimo fondato sulla giustizia, sulla solidarietà e sulla fraternità universale.Papa Leone XIV ha preannunciato la linea del suo pontificato nel discorso tenuto l’8 maggio 2025, richiamando il grido “mai più la guerra” di Paolo VI, ma anche dei predecessori ( da Pio XI a Francesco). Ed ha aggiunto in quel discorso: "E’ importante che i giovani e le giovani trovino, nelle nostre comunità, accoglienza, ascolto, incoraggiamento nel loro cammino vocazionale, e che possano contare su modelli credibili di dedizione generosa a Dio e ai fratelli".

Walter Memmolo

Antonio Cervo

CVX Gesù Nuovo- Napoli


Leone XIII, Lett, Enc. Rerum Novarum - 15 maggio 1891 Paolo VI, Lett. Enc. Populorum progressio - 26 marzo 1967 Giovanni Paolo II. Lett. Enc. Sollicitudo rei socialis - 30 dicembre 1987 Benedetto XVI Lett. Enc. Caritas in veritate - 29 giugno 2009